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Progetto esame 

- CONCEPT -

COLLABORAZIONE/ AGOSTINO BERNARDO

Il tema del nostro concept nasce dalla voglia di voler inserire all’interno dell’ambiente universitario un contesto narrativo che possa raccontare la propria storia e far immergere gli studenti in quella suddetta dimensione. CI siamo dunque rivolti al mondo della letteratura, e abbiamo ritenuto l’Inferno di Dante uno degli scenari più suggestivi da raccontare e nel quale immergersi in un’esperienza a 360 gradi.

L’edificio coinvolto nell’esperienza è quello di Ex Poste, che ben si presta alla nostra ambientazione: gli spazi ampi, gli stretti corridoi, i lucernari e le balconate sono luoghi ideali per poter riprodurre, attraverso effetti visivi e sonori, i momenti più iconici e i gironi più emblematici dell’Inferno.

La zona antistante l’ingresso si presta bene al ruolo di Selva Oscura; Attraverso proiezioni ed effetti luminosi lungo le vetrate e le travi che fanno da soffitto si ottiene l’obiettivo di rendere la zona misteriosa, simile ad un labirinto in cui è facile smarrire la dritta via.

Subito dopo, varcando la soglia dell’ingresso, si viene accolti dalla fredda e tragica iscrizione marmorea che recita i versi presenti sulle porte dell’Inferno: “…Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate.”

Attraversando i corridoi ci si può facilmente imbattere nelle pene dei vari gironi: potresti ritrovarvi nel mezzo di una bufera tra i lussuriosi, ascoltando le parole degli amanti Paolo e Francesca, o dinanzi alle mura infuocate della città di Dite. Lo stretto corridoio dell’ultimo piano, con il suo pavimento rosso, suggerisce naturalmente il fiume Flegetonte, reso vivo e fluido dalle rosse proiezioni sulle pareti, mentre tornando al piano terra, troviamo un ambiente esterno coperto, freddo ed umido, facilmente trasformabile nella palude dello Stige, anche qui con il supporto di proiezioni, stavolta lungo il pavimento, e l’utilizzo di fumo soffuso per rendere ancor più concreto il parallelo con una palude infernale. Infine l’atrio principale, centro nevralgico dell’edificio, diventa centro e conclusione del nostro viaggio. Gli effetti sonori applicati fanno capire già in lontananza la presenza di un forte vento glaciale, lo stesso vento scaturito dal moto delle ali di Lucifero, che giace sul fondo del Cocito, lago ghiacciato così come il pavimento, le pareti, e le scale dell’ambiente. Così come nel 34° Canto, il viaggio termina alle spalle del ghiaccio, varcando la soglia, “e quindi uscimmo a riveder le stelle”.

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